Da un bicchiere di vino tra amici è nata un'idea curiosa per un singolarissimo progetto vinicolo in Alto Adige. Una coppia di osti, due viticoltori e l'alpinista Reinhold Messner vogliono appurare se e come l'altezza del luogo in cui il vino viene fatto invecchiare ne influenza il processo di maturazione. Per approfondire questa interessante questione si è deciso di porre rispettivamente una botte di cuvée di Pinot Nero per un anno sul castello Juval di Reinhold Messner (900 metri sul livello del mare), all'ingresso della Val Senales; una seconda botte sul ristorante "Oberraindlholf" (1.500 metri sul livello del mare); una terza botte nell'hotel più ad alta quota delle Alpi, il "Berghotel Grawand" (3.212 metri s.l.m.), a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento dell'"uomo venuto dal ghiaccio". Da cui il nome di Pinot "Ötzi". Il vino La cuvée è formata in parti uguali dal Pinot Nero 2006 del vigneto Falkenstein di Naturno, e dal Pinot Nero 2006 del vigneto Unterortl sullo Juval, che appartiene a Reinhold Messner oltre al castello Juval in Val Venosta, all'inizio della Val Senales. I due vinicoltori Franz Pratzner e Martin Aurich hanno tagliato i due vini nel maggio 2007 in una botte più grande, creando quindi la cuvée "Pinot Ötzi", in totale circa 700 litri di vino. Sempre nel mese di maggio tale cuvée è stata suddivisa nuovamente in tre botti di legno, ciascuna di 225 litri. Tre luoghi pieni di significato Una botte di cuvée di Pinot Nero è stata portata nella cantina del castello Juval di Reinhold Messner (900 metri sul livello del mare), all'inizio della Val Senales. I pendii del colle Juval, con i loro reperti dell'età della pietra e del bronzo, testimoniano la storia dei primi insediamenti nell'imponente paesaggio della Val d'Adige. Una botte è stata posta lungo la strada che "Ötzi" con molta probabilità percorse prima della sua morte, a 1.450 metri sul livello del mare, nel ristorante "Oberraindlhof". Gli osti ed esperti di vino coinvolti, Elisabeth e Helmuth Raffeiner, hanno messo volentieri a disposizione la loro cantina per questo progetto. Insieme all'esperto di vini Peter Dipoli hanno avuto l'idea per l'invecchiamento del vino, un esperimento unico al mondo. La terza botte è stata posta a 3.212 metri sul livello del mare, nell'hotel più ad alta quota delle Alpi, il "Berghotel Grawand", quindi solo a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento dell'"uomo venuto dal ghiaccio". Invecchiamento e cura Per più di un anno il "Pinot Ötzi" è stato esposto alle diverse influenze dei tre luoghi, a livello di pressione atmosferica, contenuto d'ossigeno, temperatura e umidità. Inoltre è stato regolarmente controllato, documentato e curato da entrambi i viticoltori. Ora i tre vini sono stati tolti dalle botti e separati nella cantina del vigneto Unterortl, dove al momento attendono l'imbottigliamento.
| Il risultato Dei tre Pinot "Ötzi" dei tre luoghi di invecchiamento verranno prodotti circa 300 bottiglie da 0,75 litri. Poi il vino ha ancora dieci mesi per maturare e svilupparsi - anche nelle sue diverse caratteristiche - prima che venga eseguita una dettagliata analisi della struttura chimica del vino. Nel maggio 2009 i vini verranno infine presentati alla commissione di degustazione delle Giornate Altoatesine del Pinot Nero a Egna, che emetterà un giudizio tecnico definitivo su di essi. Non sono solo le persone coinvolte ad attendere con curiosità i risultati. Gli appassionati e gli esperti di vino si mostrano interessati fin da ora: ci sono già le prime prenotazioni per questa unica "trilogia di vini". Il vino Pinot Ötzi è disponibile presso le aziende Unterortl, Juval e Falkenstein, Naturno, la Bottega Dei Contadini, Juval ed presso l' albergo Oberraindl Val Senales. |
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